FEBBRAIO, IL MESE DELL’AMETISTA
Leonardo Da Vinci scriveva che l’ametista possiede il potere di scacciare i cattivi pensieri e di affinare l’intelligenza di chi ne è a contatto.
Secondo la mitologia greco-romana, la dea Artemide (per i Romani Diana) era una dea bellissima, che amava vivere semplicemente ed in solitudine. Nonostante i numerosi corteggiatori, Diana era una dea quasi impossibile da conquistare e fra i suoi più grandi ammiratori vi era anche Dioniso (Bacco), dio del vino.
La dea però non nutriva alcun interesse per la corte di Bacco: più Bacco si sforzava di piacerle, più i rifiuti di Diana erano decisi.
Un giorno, dopo aver subito l’ennesimo rifiuto da parte di Diana, ferito profondamente nel suo orgoglio e quindi colmo di rabbia, Bacco bevve più vino del solito. Si sentiva particolarmente inferocito, beveva e bramava vendetta.
Finalmente ecco il suo piano: Bacco avrebbe ordinato alle sue tigri di divorare la prima giovane donna che avrebbe incontrato sulla sua strada, in modo da mostrare alla pura e casta Diana ciò ch’ella aveva causato ripudiandolo ripetutamente.
Bacco si diresse quindi verso la foresta e la prima fanciulla che incontrò fu la giovane Ametista, che in quel momento si dirigeva proprio al tempio della dea Diana per renderle omaggio. In preda all’alcol, Bacco scatenò le tigri addosso alla povera e indifesa Ametista. In un batter d’occhio le tigri raggiunsero la fanciulla, che ebbe appena il tempo di chiedere pietà e di invocare l’aiuto di Diana. Quando le suppliche della giovane giunsero finalmente a Diana, dea della caccia, quest’ultima si rese conto che sfortunatamente era ormai troppo tardi per salvarla perché le belve le stavano ormai saltando alla gola. Tuttavia, per evitarle ogni sofferenza, Diana trasformò Ametista in un cristallo bianco, purissimo, che le tigri ovviamente non poterono neppure scalfire (sembra che le belve feroci distrussero tutte le loro zanne e da quel giorno maturarono una tremenda fobia per i cristalli).
Testimone dell’intera scena, il dio Bacco si destò improvvisamente dal torpore dovuto alla rabbia e all’alcol, rendendosi conto della stupidità e atrocità del suo gesto. Dopo tutto, era Diana – e non Ametista! – che aveva deluso le sue fantasie, ricusando le sue attenzioni. Egli, quindi, preso dal rimorso e con sincera umiltà e disperazione, si inginocchiò di fronte alla statua di Ametista implorando perdono per il suo gesto sconsiderato e malvagio. Bacco scoppiò in lacrime e versò tutto il vino che gli restava, il “nettare degli dei”, il miglior vino che esistesse su tutto il pianeta, sul cristallo puro di Ametista. Quando il vino e le lacrime del dio si mischiarono a contatto con il cristallo, quest’ultimo come per magia si tinse di porpora, assumendo il colore con il quale noi oggi lo conosciamo.
L’ametista è quindi figlia di una duplice trasformazione: prima, da giovane e bellissima fanciulla diventa un cristallo purissimo, chiarissimo; poi, da cristallo bianco l’ametista si trasforma in un quarzo violaceo, assumendo il colore del vino degli dei.
(Fonte, Amethyst.it)
Di seguito vi proponiamo le nostre creazioni artigianali in AMETISTA

Collana in catena di alluminio e argento, con centrale in passamaneria e pendenti in ametiste e perle grigie.
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